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Una presunta appropriazione indebita da 50 milioni di euro e un lodo arbitrale da due miliardi nel quale si paventa un tentativo di corruzione da 400 milioni che ha spinto il presidente del Tribunale di Milano, con una decisione unica in Italia, a ricusare il presidente del collegio arbitrale. E’ uno degli ultimi atti di una guerra tra l’assicuratore di Castellammare di Stabia, Antonio Somma e la compagnia statunitense AmTrust, quotata in borsa, e che è leader in Italia nell’assicurare il 60% degli ospedali e 40mila medici dalla responsabilità per ‘malpractice’. Una contesa economica che dura dal 2014 e nella quale gli americani della AmTrust hanno messo in campo 007 israeliani, come agenti provocatori, per scoprire i legami che Antonio Somma ha con Marco Lacchini, in grado di ‘pilotare’ l’arbitrato in suo favore.
La vicenda viaggia su una vicenda che si è divisa in due processi: uno civile quello del Lodo milanese e l’altra penale, quella per appropriazione indebita pendente dinanzi al Tribunale monocratico di Torre Annunziata e che sarà valutata tra qualche giorno. Intorno, relazioni, fiumi di danaro, interessi internazionali e lo spionaggio messo in campo dagli americani per smascherare una presunta corruzione messa in atto dall’assicuratore napoletano nei confronti del notissimo professore di economia Lacchini.
Il 3 marzo, il Tribunale civile di Milano ha ricusato Lacchini, nominato dall’ex presidente Livia Pomodoro e confermato dal subentrante Roberto Bichi. Ha rigettato, inoltre la richiesta di risarcimento di 8 milioni di euro, presentata dai legali del professore di economia aziendale, prorettore dell’Università di Cassino, ex commissario del concordato Federconsorzi, dal 2014 sindaco di Eni.
Alla base della decisione due conversazioni registrate dagli 007 della Black Cube israeliana che hanno incontrato sia Antonio Somma che Marco Lacchini. Stralci delle conversazioni e un biglietto scritto di suo pugno da Somma, sono agli atti della ricusazione, come riporta il ‘Corriere della sera’ del 16 aprile scorso.
Lacchini avrebbe dovuto dirimere un contenzioso tra l’AmTrust americana e le società Trust Risk del broker napoletano (noto anche nello sport come proprietario della Bivans, la più importante scuderia di cavalli trottatori) iniziato nel 2014. AmTrust accusa Somma di aver in anticipo trattenuto 50 milioni di euro di future provvigioni. Per questo Somma è stato rinviato a giudizio, su richiesta del pm Rosa Annunziata della Procura di Torre Annunziata, dinanzi al giudice monocratico Della Ragione, per appropriazione indebita ed è stato anche radiato dall’Autorità di controllo Ivass.
Antonio Somma però impugna la rottura contrattuale con gli americani e reagisce calcolando in due miliardi di euro il danno ricevuto e fa causa alla AmTrust, in due arbitrati da un milione di euro ciascuno a Milano.
Ciascuna delle due parti nomina un arbitro, e insieme chiedono che a nominare il terzo, cioè il presidente del collegio: indicato da due presidenti del tribunale che si sono succeduti in Marco Lacchini. A marzo, però, arriva il colpo di scena. L’agenzia di investigazioni private israeliana Black Cube deposita delle indagini difensive commissionate dagli americani. Gli 007 israeliani si fingono, a febbraio scorso, manager interessati a fare affari con Somma. Si incontrano con il broker napoletano prima all’Hotel de la Minerve di Roma poi al ristorante Sapori di mare e registrano la conversazione. Somma afferma che è ‘sicuro’ che nei due arbitrati ‘avrebbe ottenuto decisioni favorevoli per 400-500 milioni di euro’ grazie al fatto che ‘era in grado di controllare i collegi arbitrali’. Somma sostiene con gli israeliani che ha una ‘relazione di natura pecuniaria con uno degli arbitri’ e lo identifica nel presidente Lacchini. Millantato credito o verità gli agenti israeliani gli credono, anche perché Somma mette nero su bianco la percentuale che avrebbe poi pagato a Lacchini. Sfregando il pollice con il medio nel gesto che esprime il concetto di danaro – sostengono gli uomini della Black Cube – somma scrive su un foglietto 10%. Quel foglio è agli atti dell’arbitrato e potrebbe essere una prova calligrafica di quanto sostiene in giudizio la AmTrust americana. Ma gli israeliani fanno di più: incontrano Lacchini. Si presentano come accademici per proporgli un incarico come docente in un paese del Golfo Persico. Nel corso della conversazione, Lacchini – parlando in generale degli arbitrati, quindi non di quello che interessa Somma – afferma di poter ‘garantire una decisione favorevole‘ quando si trova presiedere il collegio, e di ‘poter in ogni caso influenzare le decisioni‘ (anche solo come membro del collegio) ‘nel caso si fosse presentato un contesto favorevole‘. Tanto è bastato affinché il 3 maggio scorso, Lacchini fosse ricusato dal giudice civile di Milano Laura Cosentini. Lacchini naturalmente si difende. Ad assistere nel Lodo, Antonio Somma è l’ex giudice, noto giurista e avvocato famoso per aver assistito in più occasioni la Fininvest, Romano Vaccarella.
La vicenda civilistica ha ripercussioni anche nell’ambito di quella penale, pendente dinanzi al giudice monocratico Luca Della Ragione. Nel processo che si celebrerà nei prossimi giorni, Somma è difeso attualmente dall’avvocato Carlo Enrico Paliero, subentrato al professore Vincenzo Maiello per una questione di opportunità.
Della Ragione che a gennaio ha dissequestrato 8 dei 32 milioni fatti sequestrare dal pm Rosa Annunziata ad Antonio Somma è stato allievo e ex collaboratore della cattedra di Maiello all’Università Federico II. L’avvocato Paliero si è espresso – parlando con il giornalista del Corriere della sera – sul processo per appropriazione indebita pendente a Torre Annunziata: “Sono accuse false, interpretazioni manipolative di dichiarazioni mai rese nei termini esposti da AmTrust, e supportate da indagini la cui legittimità stiamo vagliando nel sospetto possano essere state condotte abusivamente”.