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Channel: Cronaca Giudiziaria
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Clan Mariano: i fratelli Ciro e Marco si difendono in aula e chiedono lo sconto di pena

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Come aveva promesso ha parlato, per oltre un’ora il boss Marco Mariano. Lo ha fatto ieri in video conferenza nell’aula bunker del carcere di Poggioreale. Il “Picuozzo” dei quartieri Spganoli è imputati con altri 94 nel maxi processo al clan. Ci sono i suoi familiari, il fratello Ciro, la moglie, i  nipoti,amici e lui ha voluti difendere tutti. Marco Mariano ha preso la parola e ha voluto spiegare al gip Rosa Miranda:  “A casa mia si parlava di somme di danaro ma si tratta di un debito di 500mila euro che avevo contratto con una persona di famiglia. La provenienza di quei soldi non è regolare, è vero ma non sono soldi di natura illecita. Mi sono stati dati da una persona cara ed io ho reinvestito. Ma non è denaro che arriva dall’associazione ca morristica che mi contestate, né finiva all’associazione che mi contestate… Mia moglie? Lei non c’entra niente. In alcune conversazioni si parla di  conteggio di soldi ma lei non fa nessun conteggio, i conteggi li faccio io e non gestiva proprio nulla. Si fa riferimento spesso ai “carusielli” ma non hanno niente a che vedere con me. Giorno per giorno si conservano soldi come in un salvadanaio e a fine anno ti trovavi dei soldi e potevi comprare un motorino, una macchina”. Poi il boss ha difeso anche i nipoti: “Non ho mai avuto a che fare con loro. Hanno sempre lavorato per conto loro. Con Fabio, per esempio, non ho mai avuto rapporti commerciali come si sostiene. Lavorava da quando aveva 12 anni. Per incontrarlo dovevi andare a casa perché la notte “faticava” e di giorno dormiva. Lavorava solo. La famiglia della madre, i Tecchio, hanno sempre lavorato. Per tradizione di famiglia. Noi non teniamo soldi nascosti, non sfrecciamo in auto lussuose”. Dopo di lui ha preso la parola il capo del clan il fratello Ciro che ha reso però dichiarazioni spontanee in relazione al rito abbreviato che intende fare. E rivolgendosi alla pubblica accusa ha detto: “Chiedete al pentito La Torre se io avevo a che fare con le mozzarelle”.Riferendosi alle accuse di estorsioni del clan: latticini im- posti ai negozianti e a prezzi di mercato molto più alti e riciclaggio.Poi ha chiesto di essere processato con abbreviato ma condizionato all’escussione del pentito Maurizio Overa.La prossima udienza ci sarà il 4 maggio e in quell’occasione il gup sceglierà se accettare o meno i riti abbreviati condizionati mentre definirà le richieste di rinvio a giudizio. Hanno scelto il rito abbreviato tutti i Mariano e quasi tutti gli imputati che attualmente sono in carcere. In totale sono 45 mentre altri 40 vogliono il rito ordinario.


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