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Sant’Anastasia: revocato il carcere duro al boss Aniello Anastasio

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E’ stato revocato il regime di carcere duro per Aniello Anastasio. Il boss di Sant’Anastasia arrestato nel 2003 a seguito in seguito ad un’inchiesta della Dda che aveva esteso la sua influenza dai paesi vesuviani fino al territorio romano: da Anzio a Nettuno, dai Castelli fino alla capitale dove aveva investito i soldi dei suoi traffici illeciti in negozi di moda. Il blitz scattò nell’aprile del 2003 e portò all’arresto di 53 tra boss e affiliati di nove clan, tra i quali Anastasio, Veneruso, De Luca Bossa, ed evidenziò lo scambio di uomini tra clan per commettere omicidi, estorsioni o gestire il traffico di droga. Il boss Aniello Anastasio, approfittando del soggiorno obbligato a Roma, aveva fatto diventare la cittadina di Anzio come sua base per il riciclaggio del denaro con l’appoggio di gruppi criminali calabresi, sudamericani e albanesi.  Ieri  però il tribunale di sorveglianza di Roma ha accolto l’istanza del difensore di Anastasio, l’avvocato Rosario Arienzo, mettendo fine alle restrizioni riguardanti l’isolamento, i colloqui con i familiari e le comunicazioni all’esterno, nonostante sia definito dallo stesso tribunale “un soggetto delinquenziale tra i più influenti nell’area vesuviana”.

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