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Channel: Cronaca Giudiziaria
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Napoli: i cugini Di Meglio dei Quartieri Spagnoli in carcere 16 anni da innocenti. Il pm: “Prova falsa confezionata dal figlio della vittima”

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tribunale toga

Sedici anni di carcere da innocenti e da ieri “quasi liberi”. E’ l’incredibile storia dei cugino omonimi Umberto Di Meglio dei Quartieri Spagnoli uno noto come “o sfregiato”, l’altro come “‘o magone”. Sono stati in carcere per sedici anni perché accusati di esser i killer di Francesco Di Biasi detto “’o patriarca”, padre dei “Faiano”, da sempre in guerra con il clan Mariano, i “Picuozzi” ucciso il 30 marzo del 1999. I due si sono sempre professati innocenti e ora che il Tribunale li ha “tecnicamente” scarcerati con un provvedimento di sospensione della pena, uno dei due, Umberto “‘o magone” non è voluto tornare a casa e ha annunciato lo sciopero della fame perché vuole uscire da libero ma nel frattempo si dovrà attendere che Corte d’Appello di Roma si pronunci sul processo di revisione. Dopo sedici anni con tutta una serie di racconti contrastanti da parte dei numerosi pentiti dei Quartieri Spagnoli e della Sanità si è riusciti dunque a fare luce sull’omicidio. A gennaio la svolta decisiva: il giudice per le udienze preliminari di Napoli, ha riconosciuto come colpevole un altro esecutore materiale, diverso da chi fino ad ora era stato considerato dai giudici il killer di Biasi. Nicola Di Febbraro, detto “Nicolino”, capo degli ex Misso del rione Sanità, poi scissionista nella faida con i Torino, ha incassato trent’anni di reclusione ed ha anche confessato di essere stato l’esecutore materiale. “Sono stato io ad ammazzare Di Biasi”. Mettendo la parola fine sulla vicenda. Eppure già altri pentiti aveva raccontato com era avvenuto l’omicidio ma non erano stati creduti perché come ha scritto il pm Henry Jhon Woodcock, che Giuseppe Di Biasi, figlio di Francesco Di Biasi, ha mentito: “che con ancora il cadavere del padre a terra ha pensato di fare accusare due persone estranee all’agguato”. E poi al termine del processo ha chiesto la condanna di Nicola Di Febbraro, l’ex boss del rione Sanità che ha confessato di essere l’autore dell’omicidio ed ha incassato trent’anni di carcere. ma prima che lui confessare due pentiti in maniera particolare avevano già spiegato tutto.Il primo è Michelangelo Mazza che ha raccontato: “Per quanto riguarda l’omicidio del padre dei Di Biasi, so solo che è stato fatto da Nicola Di Febbraro quale componente del gruppo di fuoco di Ettore Sabatino. A parlare con me sono stati lo stesso Di Febbraro e Salvatore Torino in un’occasione in cui io chiesi come mai fosse stata ammazzata una persona anziana, ma si parlava in maniera generica e mi fu risposto che in ogni caso era una persona che si prestava per le attività dei figli,come ad esempio in qualche filata”. L’altro pentito Pasquale Amatrudi era stato ancora più dettagliato: “…Anche di questo omicidio mi ha parlato Faustino Valcarenghi sempre nel periodo di comune detenzione al padiglione Genova di Poggioreale. L’omicidio fu commesso per vendicare la morte di Domenico Russo detto “Mimi dei cani”. A commettere l’omicidio furono lo stesso Valcarenghi e Nicola Di Febbraro. Fu quest’ultimo materialmente a sparare dall’esterno del basso attraverso la finestra colpendo Di Biasi Francesco. Valcarenghi mi precisò che nell’occasione fu utilizzata un pistola munita di silenziatore. Non mi fece invece alcun riferimento al mandate del delitto. I due appartengono al gruppo di fuoco di Ettore Sabatino e non avrebbero mai agito senza l’incarico di quest’ultimo. I due Di Meglio sono innocenti”.


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