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Appalti, camorra e tangenti a Caserta: ecco il sistema dell’imprenditore Grillo. I retroscena dell’arresto del vicesindaco Ferraro

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vicesindaco ferraro caserta

Caserta. “Alle elezioni dobbiamo appoggiare Pio Del Gaudio”. Parlano così, accordandosi sul sostegno elettorale da assicurare prima delle comunali del 2011, Enzo Ferraro e l’imprenditore Angelo Grillo, entrambi raggiunti questa mattina da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Napoli per i reati di turbativa d’asta, falso e corruzione aggravati dall’aver agevolato il clan camorristico dei Belforte, operante a Marcianise e nei comuni limitrofi, tra cui il capoluogo Caserta. I due, emerge dalle indagini di carabinieri e Dda, vengono intercettati nell’auto di Grillo in un periodo precedente alla tornata elettorale del 2011, quella vinta da Del Gaudio che “ricompensò” poi Ferraro assegnandogli la carica di vice-sindaco e di assessore alla Polizia Municipale. I due parlano di sostegno elettorale, e concordano di dover appoggiare decisamente Del Gaudio; questi, che non risulta indagato in tale vicenda, lo scorso anno è stato però tratto in arresto per presunti legami con il clan Zagaria – è attualmente in attesa della fissazione dell’udienza preliminare – con l’altro uomo forte del Pdl a Caserta, l’ex consigliere regionale Angelo Polverino, coinvolto peraltro in numerose inchieste sugli appalti finiti a Grillo.

“Se vinco mangiano tutti”. Era questo il motto di Angelo Grillo, l’imprenditore considerato organico al clan Belforte, già detenuto e da questa mattina raggiunto da un’altra ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Napoli Isabella Iaselli per corruzione. Grillo ha pagato tangenti al vicesindaco di Caserta, Vincenzo Ferrante, ora arrestato. A raccontare ciò che Grillo diceva, senza temere di essere intercettato, è uno dei suoi collaboratori, Elpido Baldassarre; che dal 12 gennaio 2015 ha deciso di iniziare a parlare con i pm della Dda e svelare il sistema Grillo. Un insieme di società nascoste grazie ad una serie di prestanome. C’erano soci e dipendenti tutti inquadrati e incensurati, con societàpulite che partecipavano a gare d’appalto pilotate in loro favore. Quello che hanno scoperto gli investigatori è un flusso continuo di tangenti che secondo l’accusa partivano da Grillo e arrivano nelle tasche non solo di politici ma anche di dipendenti pubblici.

Il 14 aprile 2014 a parlare è Alessandra Ferrante, altra collaboratrice di Grillo: “Un giorno Assunta Mincione mi disse che a settembre del 2013 Enzo Ferraro, il vicesindaco di Caserta prese una tangente di 2.000 euro da Gaetano Barbato un dipendente di Voglia di Vivere. Ho saputo di questa tangente perchè un giorno Mincione si lamentò dicendo che loro prendevano mille euro al mese e Ferrante in un minuto ne aveva guadagnato 2.000. Lei mi raccontava che quei soldi non erano un caso isolato ma che si verificava di dover spesso dare soldi a Ferraro per avere il pagamento delle fatture relative all’appalto del trasporto dei disabili. So anche che oltre ai soldi aveva ricevuto anche viaggi a Sharm el Sheik”. Anche Mincione nel febbraio scorso ha iniziato a parlare con i pm: “Quei soldi li ho consegnati io”. Ma c’è di più. Agli atti dell’inchiesta anche altre accuse e finanziamenti illeciti per campagne elettorali. E un verbale della Ferrante dell’aprile 2014 a squarciare il velo su quanto Grillo aveva escogitato per ottenere gli appalti. “Nel periodo delle elezioni fu molto impegnato, e per evitare contatti diretti tra Ferraro e Grillo, la campagna elettorale di Pio Del Gaudio e soprattutto di Enzo Ferraro, fu finanziata per il tramite di Gaetano Barbato e della sua amante – dice – in particolare Grillo finanziava le cene elettorali che avvenivano a Caserta. Grillo consegnava i soldi a Barbato che li portava a Enzo Ferraro senza che Grillo figurasse e non partecipava neanche alle cene. Dopo le elezioni di Pio Del Gaudio a sindaco di Caserta e la nomina di Enzo Ferraro quale vicesindaco, Grillo ha ricevuto aiuti che gli hanno consentito di aggiudicarsi appalti gestiti dal Comune”.

“In cambio degli appalti vinti io ho versato il 10 per cento dell’importo totale della gara a titolo di tangente a Pino Gambardella ed Enzo Ferraro, i quali si dividevano le tangenti”. E’ l’imprenditore del clan Belforte Angelo Grillo, già detenuto per una indagine su appalti pilotati nelle Asl di Caserta, il 12 maggio 2015 a raccontare ai pm della Dda di Napoli del sistema che gli aveva consentito di aggiudicare l’appalto per la gestione del servizio trasporto sociale per i cittadini con disabilita’ alla ditta ‘Voglia di Vivere’ che faceva capo a lui. L’affidamento del servizio pulizia e facchinaggio per il complesso monumentale del belvedere di San Leucio per un anno e per un importo di 58mila euro, nell’anno 2012, e il servizio custodia non armata del complesso per il valore di 80mila euro, sono altre due gare nel mirino dei pm. “Fu Ferraro a presentarmi Pino Gambardella ed io ho prima ricevuto in subappalto il servizio disabili che ho gestito con la mia ditta. Poi qualche anno dopo – continua Grillo – la gara l’ho vinta io”. Ma chi è in realta’ Angelo Grillo? “E’ un imprenditore nel settore dell’immondizia e delle pulizie ospedaliere e lui quanto doveva vincere gli appalti si rivolgeva a noi per qualche aiuto e in cambio ci dava una parte degli utili, anche se dovevamo insistere molto in quanto Grillo è stato sempre molto tirato di soldi”, dice il boss Salvatore Belforte, che il 12 marzo 2015 parla del ruolo svolto per conto del clan dell’imprenditore arrestato. “Lo conosco da tanti anni in quanto anche lui è di Marcianise e abitava nella zona della Madonna della Libera. Lui aumentava il suo volume d’affari grazie alle conoscenze politiche che aveva. Riusciva ad ottenere molti favori anche al comune di Caserta”.


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