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Channel: Cronaca Giudiziaria
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CLAMOROSO: la Dda accusa l’ex portiere del Napoli, Pino Taglialatela di legami con il clan Mallardo

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Clamorosa svolta nel processo al tribunale di Napoli dove sono imputati esponenti di spicco del clan Mallardo per associazione mafiosa, estorsione e intestazione fittizia dei beni, con l’aggravante di avere favorito l’azione della cosca di Giugliano. Come riporta il portale InterNapoli.it, sempre attento ai fatti di cronaca dell’Area Nord di nGapoli e dei comuni del Giuglianese, nel dibattimento di oggi il pm Maria Cristina Ribera ha accusato l’ex portiere del Napoli Pino Taglialatela addirittura la partecipazione associativa al clan Mallardo. L’ex giocatore azzurro è già imputato nel procedimento per intestazione fittizia di beni. Nel corso del blitz del Gico fu sequestrato un T Max a casa di Mauro Moraca genero del boss Maliardo, intestato proprio all’ex portiere del Napoli Pino Taglialatela. Il pm ha appesantito l’accusa nei suoi confronti contestandogli anche la partecipazione all’associazione camorristica ai Mallardo, con i quali il portiere è imparentato. Chiamato a testimoniare nel processo l’ex Ds del Napoli Gigi Pavarese, il quale ha smentito categoricamente che gli scatti di carriera di Taglialatela siano stati favoriti dal clan Mallardo come sostenuto dall’accusa. I difensori dell’ex giocatore hanno chiesto i termini di difesa per contestare le nuove accuse. Nel processo sono imputati, tra gli altri, Mauro Moraca e Carlo Antonio D’Alterio, rispettivamente genero e nipote di Feliciano, e Giuliano Amicone, braccio destro del boss. Stralciate, invece, le posizioni di Feliciano Mallardo e Silvio Diana, essendo le due persone decedute.

Era novembre del 2012 quando il Gico, su disposizione della DDA, eseguì l’operazione Crash che portò all’arresto di cinque persone ed al sequestro di beni mobili ed immobili per cinque milioni di euro. Grazie alle intercettazioni ambientali ed ai racconti dei collaboratori di giustizia si riuscì a ricostruire il sistema delle estorsioni messe in atto dai Mallardo, in particolare in due diverse vicende ai danni di due imprenditori edili giuglianesi. Svariate le operazioni economiche e imprenditoriali realizzate da Mauro Moraca, tra l’altro, per conto dei Mallardo. Nel corso dell’inchiesta furono eseguite anche perquisizioni negli uffici della Asl Napoli 2 Nord accertando l’infiltrazione dei Mallardo in diversi settori. Come ad esempio la partecipazione di imprese ‘amiche’ a gare pubbliche, fra cui un appalto all’ospedale Cardarelli di Napoli, l’affidamento del servizio di derattizzazione, la vendita di terreni di proprietà dell’Asl Napoli 2 nord, l’inserimento di imprese ‘amiche’ nell’elenco delle ditte accreditate dell’Asl Napoli 2 Nord, permettendo di procurare ai Mallardo ingenti profitti, da utilizzare per effettuare investimenti o per il reimpiego di soldi del clan. Vittima del racket anche un altro imprenditore che ha effettuato lavori di ristrutturazione all’interno dell’ospedale San Giuliano di Giugliano. La vittima fu costretta a sborsare la somma di 60mila euro, di cui 55mila per la costruzione di 12 unità immobiliari e 5 mila euro, appunto, per alcune ristrutturazioni edilizie eseguite presso l’ospedale di Giugliano, tra cui il reparto di Radiologia.


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