Torre Annunziata. Colpo di spugna per il processo all’ex procuratore della Repubblica Alfredo Ormanni. Il tempo cancella la condanna a sei anni di reclusione inflitti in primo grado dai Giudici del Tribunale di Roma. Ieri pomeriggio, per i 21 imputati finiti dinanzi alla Corte d’Appello di Roma – presidente Raffaele Montaldi – solo quattro condanne per coloro che avevano rinunciato alla prescrizione. Due le assoluzioni nel merito che rappresentano una vittoria per imputati e difensori. I giudici hanno infatti assolto Emilia Salomone, condannata in primo grado a tre anni e sei mesi di reclusione e poi licenziata dal Ministero. L’ex dipendente del Modello 12 del Tribunale, difesa dall’avvocato Francesco Matrone, è stata assolta perché il fatto non costituisce reato. Assoluzione nel merito anche per Sergio Profeta, esponente delle forze dell’ordine, difeso dall’avvocato Giuseppe Ferraro. Per Profeta i giudici dell’Appello hanno utilizzato la formula del ‘fatto non sussiste’. Confermate le condanne inflitte in primo grado per Raffaele Forte, Giosuè Limodio, Antonio Di Michele e Maurizio Di Venosa. Questi avevano rinunciato alla prescrizione. Salvi invece gli altri 15 imputati, personaggi eccellenti finiti nell’inchiesta per i mandati di pagamento fasulli, rimborsi per missioni all’estero, auto di lusso e festini organizzati con la complicità del cancelliere capo Domenico Vernola, finito in manette nell’indagine che sconvolse il Tribunale di Torre Annunziata. Quattordici anni dopo quello scandalo italiano in cui sparirono oltre 30 miliardi delle vecchie lire dalle casse del Tribunale oplontino e dello Stato sono stati in pochissimi a pagare con una condanna. Emilia Salomone licenziata dopo la condanna di primo grado ora arriva il momento della rivalsa. Aveva sempre sostenuto la sua innocenza, nessuna complicità con il cancelliere capo che si autoliquidava mandati di pagamento incassando personalmente i soldi che dovevano essere utilizzati per spese di giustizia. In primo grado erano state comminate 21 condanne nei confronti dei 26 imputati, cinque erano stati assolti per prescrizione. Il tempo ha cancellato altre 15 condanne pesantissimi nei confronti di dipendenti pubblici, per i quali fu disposto anche il licenziamento, per i rappresentanti delle forze dell’ordine e l’ex magistrato. In tutto 91 anni di carcere per associazione per delinquere, finalizzata al peculato, falso e riciclaggio per episodi accaduti tra il 1994 il 2002 . L’ex procuratore Alfredo Ormanni fu condannato a sei anni di reclusione per i mandati emessi dal 15 gennaio del 2001 al 24 settembre del 2002, mese in cui Vernola scappò dal Tribunale e finirono viaggi, festini e regali, per i mandati precedenti al 2001 Ormanni aveva già avuto la prescrizione dei reati, come pure per i viaggi di cui aveva beneficiato grazie alle regalie di Vernola. Viaggi pagati da Domenico Vernola con i soldi dello Stato, a Ormanni e ai suoi familiari, in mete esotiche. Ormanni aveva raccontato che le firme apposte su quei mandati non erano sue, ma ricalcate, una versione che non convinse i giudici che – a fronte di una richiesta di 2 anni e 8 mesi – calcarono la mano con una condanna pesantissima. Una pena cancellata, ieri pomeriggio, dopo una lunga camera di consiglio dai giudici della terza Corte d’appello di Roma. Prescritti anche i reati per Domenico Vernola, al quale furono inflitti altri 5 anni in continuazione per i mandati emessi dal 2001 al 2002, oltre ai quattro che gli erano stati comminati con rito abbreviato anni prima. Cancellate le condanne per i fratello di Domenico Vernola, Mario e Vladimiro e per la moglie Fulvia Mayer, la figlia Stefania accusati di aver riciclato i soldi sottratti dal Tribunale di Torre Annunziata e dal Ministero della Giustizia per acquistare appartamenti e beni di lusso. Cancellate e condanne variabili dai 3 ai 3 anni e 8 mesi inflitte agli esponenti delle forze dell’ordine che avevano beneficiato dei rimborsi per missioni inesistenti, restano le conferme solo per Forte, Limodio, Di Michele e Di Venosa che avevano rinunciato alla prescrizione confidando in una sentenza di assoluzione nel merito. Prescritti i reati e la condanna anche per Vincenzo Vacchiano, ex comandante della stazione di Vico Equense che partecipò alle indagini per la scomparsa di Angela Celentano e ad altre famose inchieste tra le quali Cheque to Cheque. Negli anni d’oro della Procura e del Tribunale di Torre Annunziata, più volte alla ribalta della cronaca per indagini che valicavano i confini della penisola, si spendevano centinaia di milioni di lire per cimici, intercettazioni, missioni all’estero. A liquidare i rimborsi era sempre il supercancelliere Domenico Vernola, con l’avallo del Procuratore capo Ormanni. Nell’ottobre del 2002, un mandato di arresto chiesto dall’allora sostituto procuratore Francesco Paolo Rossetti, nei confronti Vernola fece finire i fasti e la fama nazionale. I potenti caddero. Quattordici anni dopo il tempo ha cancellato anni di indagini e di ruberie. Trenta miliardi volatilizzati dei quali gli imputati e in particolare Alfredo Ormanni, ora potrebbero dar conto alla Corte dei Conti. (r. f.)
LE CONDANNE
ORMANNI ALFREDO
Prescrizione (sei anni)
SALOMONE EMILIA
assoluzione perché il fatto non costituisce reato (3 anni e 8 mesi)
VERNOLA DOMENICO
prescrizione (5 anni)
VERNOLA MARIO
Prescrizione (5 anni)
VERNOLA SALVATORE
Prescrizione (3 anni)
VERNOLA STEFANIA
prescrizione (3 anni)
MEYER FULVIA
prescrizione (5 anni)
L’INFANTE REGINA
prescrizione (5 anni)
PICCOLO GIUSEPPE
prescrizione (5 anni)
PICCOLO MARIO
prescrizione (5 anni)
PICCOLO RAFFAELE
prescrizione (5 anni)
MAYER VLADIMIRO
prescrizione (5 anni)
VACCHIANO VINCENZO
prescrizione (4 anni)
PISCIOTTA MASSIMO
prescrizione (5 anni)
ABETE GIUSEPPE
prescrizione (4 anni e 6 mesi)
DI VENOSA MAURIZIO
confermata la condanna a 4 anni
LIMODIO GIOSUÈ
confermata la condanna a 4 anni
PROFETA SERGIO
assolto perché il fatto non sussiste (3 anni e 8 mesi)
FORTE RAFFAELE
confermata la condanna a 3 anni e 8 mesi
IZZO GIORGIO
prescrizione (3 anni e 8 mesi)
DI MICHELE ANTONIO
confermata la condanna a 3 anni e 8 mesi