Inizierà il 25 maggio prossimo il nuovo processo davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Napoli per due killer di Gino Tommasino, il consigliere comunale del Pd di Castellammare di Stabia ucciso il 3 febbraio 2009 sotto gli occhi del figlio allora 12enne.Alla sbarra ci saranno Catello Romano e Renato Cavaliere (oggi pentito), che avevano incassato l’ergastolo in primo grado poi cancellato dalla Corte di Cassazione nel giugno 2015. La Suprema Corte aveva annullato il “fine pena mai” rinviando tutto in secondo grado. Ora è stata fissata la data di inizio del nuovo processo. Il processo D’Appello con la novità del pentitmento dell’esecutore materiale del delitto promette importanti colpi di scena. Intanto perchè non è stato mai chiarito chi sia stato il mandante e soprattutto perchè Tommasino fu ucciso. Da una attenta lettura dei verbali degli altri due pentiti, Raffaele Polito, condannato a 10 anni in abbreviato, e Salvatore Belviso, condannato a 18 anni e le cui pene sono diventate definitive, emergono delle situazioni contrastanti. Una cosa è comunque certa Gino Tommasino quel giorno non doveva morire. Il fatto che ci fosse il figlio in auto avrebbe dovuto fermare il commando di killer ma un errore di “segnalazione” della staffetta diede il via libera all’esecuzione. Ora il pentitmento di Renato Cavaliere, colui che materialmente fece fuoco, può apririre in fase processuale scenari nuovi e mai conosciuti. Le sue dichiarazioni per il momento sono top secret ma in aula di certo sarà incalzato dalle domande sia dei pm della Dda di Napoli sia dagli stessi difensori degli imputati. E di certo verranno fuori novità interessanti e probabilmente si potrà chiarire in via defintiva tutto il quadro dell’omicidio. Oltre a movente e mandante si vorrà capire anche lo scenario dentro il quale è maturato quell’omicidio e soprattutto perché proprio Gino Tommasino. Le dichiarazioni di Renato Cavaliere oltre che far emergere tutti i particolari inediti sul delitto Tommasino stanno facendo luce su tutte le attività illecite del clan D’Alessandro ma soprattutto sui rapporti con i politici e gli imprenditori collusi. Con la fissazione della data del processo per il 25 maggio prossimo a ridosso delle elezioni comunali di giugno a Castellammare c’è juna sorta di fibrillazione negli ambienti politici stabiesi per quello che potrebbe venire fuori in fase processuale.
(nella foto l’auto con il cadavere di gino tommasino e nel riquadro il killer pentito renato cavaliere)